IL DIRITTO DI GUERRA. Cosa è e cosa dice la legislazione internazionale.

Negli ultimi giorni, ma ormai nell'ultimo anno ed anche oltre, siamo stati sottoposti a notizie sempre meno edificanti sull'inizio e lo svolgimento di guerre in diversi paesi e territori del nostro mondo e che hanno avuto un comune denominatore: l'attacco incondizionato e la barbaria posta in essere verso i civili (donne, bambini, uomini disarmati, disabili). Gli stupri e le impiccagioni subiti dai civili, la distruzione degli asili, il bombardamento degli ospedali soprattutto pediatrici ed, in ultimo, la decapitazione dei minori e neonati nelle loro culle, sono solo degli esempi di violazione delle norme del diritto umanitario internazionale.
Ma non tutte le guerre sono legittime e non tutto è giustificato in guerra.
Vediamo brevemente cosa dice la legislazione internazionale partendo dalla Carte delle Nazioni Unite fino ad arrivare alla Convenzione di Ginevra.
Prima differenza: JUS AD BELLUM e JUS IN BELLO.
Il primo disciplina le concrete motivazioni per cui uno Stato risulta essere legittimato all'utilizzo della forza nei confronti di un altro stato e sono regolamentate nella Carta delle Nazioni Unite (1945).
Il secondo, invece, indica le norme di condotta portate avanti durante una guerra ovvero le cd. "norme del diritto internazionale umanitario" inserito nelle quattro Convenzioni di Ginevra (1949).
Ma quello che a noi interessa sono le norme che disciplinano, ed anzi evitano, gli attacchi indiscriminati ed atroci contro la popolazione civile.
Uno dei principi fondamentali del diritto internazionale um
anitario (art. 48 del Protocollo aggiuntivo I alla Convenzione di Ginevra)  riguarda l'immunità della popolazione civile, delle abitazioni e degli obiettivi appunto a carattere civile (come ospedali, chiese e luoghi di aggregazione). In questo caso viene proprio sancita la distinzione tra
1. obiettivi militari;
2. obiettivi civili.
I secondo non dovrebbero essere toccati ed, infatti, resta valido il principio (art. 51 del Protocollo aggiuntivo I)  per cui ciascuna parte interessata al conflitto deve rispetta il "dovere di precauzione" ovvero l'obbligazione sia per l'attaccato che per colui che attacca di evitare e/o rinunciare all'operazione militare nel momento in cui ci si rende conto che vi sono dei civili presenti sull’obiettivo che si vuole colpire, si deve desistere dal farlo.
L' Articolo 57 del medesimo Protocollo, poi, prevede che un attacco militare deve garantire comunque il rispetto dei civili e ridurre al minimo il numero di morti e feriti.
Quindi, inconsapevolmente o cosciente, il legislatore ha comunque previsto un numero di morti e feriti tra i civili e quasi sembra averlo legittimato. Quando, poi, non vi è una netta distinzione tra aree civili e quelle militari, la normativa impone che la popolazione civile eventualmente presente sia avvertita e che possa esserle data la possibilità di allontanarsi dalla zona del conflitto e/o dell'attacco.

In ultimo, ma non meno importante, il diritto bellico disciplina anche le modalità di gestione e trattamento dei prigionieri ed ostaggi di guerra ovvero coloro che sono stati catturati o internati durante la guerra e per cui il loro trattamento è regolato proprio dalla terza Convenzione di Ginevra che tratta la protezione delle vittime dei conflitti armati che devono essere trattati con umanità, devono essere curati se risultano feriti e vanno internati in luogo lontano dal campo di battaglia.

Di fatto, il cd "diritto bellico" è l'insieme delle leggi, norme e regolamenti che disciplinano la condotta da tenere durante una guerra e che, in sostanza, limitano le armi che possono essere utilizzate nel corso del conflitto e le procedure con le quali vanno impiegate, ma soprattutto garantire il rispetto dei civili e delle aree non militari.
La fonte principale del diritto bellico si rinviene nel diritto internazionale che è norma generale rispetto alle singole regole imposte dagli Stati e che prevale su queste ultime.

Ma quante di queste norme vengono effettivamente rispettate?
Quanti conoscono l'esistenza delle leggi che regolano la guerra tra Stati?