IUS SOLI...UNA QUESTIONE NON SOLO SPORTIVA!!!

L'Italia mette il turbo ai Mondiali indoor di atletica a Glasgow e conquista in un giorno ben tre medaglie che portano a quattro il bottino della spedizione azzurra. Non accadeva dal 1992.
Ma lo straordinario è che le nostre medaglie (nostre perchè quando gareggia un atleta sotto la nostra bandiera rappresenta ognuno di noi) sono venute da ragazzi e ragazze nate in Italia da famiglie di stranieri, quindi nati e cresciuti sul nostro territorio.
Questo ci permette di chiamare in causa nuovamente lo IUS SOLI, del quale ancora non se ne parla abbastanza, e darne adeguata spiegazione in termini interpretativi: "Lo IUS SOLI  fa riferimento alla nascita sul "suolo", sul territorio dello Stato e si contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo "ius sanguinis", imperniato invece sull'elemento della discendenza o della filiazione" (Fonte: Ministero dell'Interno).

Ma l'attuale mancato riconoscimento in Italia di questo diritto blocca, con non poche criticità, la strada di tanti giovani che, nati nel nostro territorio, oggi si vedono bloccato il loro percorso umano e professionale da un sistema, forse, ancora antiquato. Vedere giovani nati in Italia, cresciuti in Italia, scolarizzati in Italia, li rende appunto italiani di fatto. Quindi la cittadinanza è il riconoscimento di un processo già avvenuto.

Andando a rileggere “Cuore” vi si trova: «Ieri sera entrò il Direttore con un nuovo iscritto, un ragazzo di viso molto bruno, coi capelli neri, con gli occhi grandi e neri. Allora il maestro gli prese una mano, e disse alla classe: - Voi dovete essere contenti. Oggi entra nella scuola un piccolo italiano nato [...] a più di 500 miglia di qua. Vogliate bene al vostro fratello venuto di lontano. Derossi abbracciò il calabrese, dicendo con la sua voce chiara: - Benvenuto! - e questi baciò lui sulle due guance, con impeto. Tutti batterono le mani». (Fonte: Avvenire - Marco Impagliazzo - mercoledì 14 febbraio 2024).

Siamo un paese antico che va cambiato, innovato, ammodernato, certo nel rispetto delle nostre culture e tradizioni, ma sempre garantendo i giusti diritti a coloro che nascono sul nostro territorio ma anche a chi arriva, minorenne, e si integra "La cittadinanza diviene allora un processo, non breve, ma neanche lunghissimo, in cui la nostra lingua, la nostra tradizione culturale, il nostro umanesimo, forgiano un individuo rendendolo indistinguibile, nonostante l’origine, da tanti altri concittadini".

Paesi europei come Germania, Francia o Spagna utilizzano già il principio dello ius soli per attribuire la cittadinanza, ma non è illimitato ovvero  la sola circostanza di essere nati sul territorio di uno Stato non è sufficiente per diventarne cittadini, serve che ricorra almeno un’altra condizione (ad esempio, alcuni Stati richiedono che almeno i genitori siano muniti di regolare permesso di soggiorno, oppure che almeno uno dei due risieda nel territorio statale da un numero minimo di anni 5 o 10).
In Italia, per ciò che concerne l'ambito sportivo,  dallo scorso primo luglio è entrata in vigore una nuova legge che, solo sulla carta, permette a tutti i bambini stranieri di tesserarsi per una società sportiva. Ma in pratica la burocrazia ne rallenta di molto tale ingresso e questo crea numerosi disagi ai giovani atleti ed atlete che si vedono limitato (o ritardato!!!) la loro possibilità di tesseramento.

In questo senso, però, partiamo proprio dallo IUS SOLI SPORTIVO, per estendere e garantire pari diritto a tutti i giovani cittadini che si sentono tali - cittadini italiani - e vogliono esserlo con tutto ciò che concerne questo riconoscimento. 

Lo studio spesso lavora proprio in termini di richiesta e concessione della Cittadinanza Italiana a tanti che si affidano a noi per il riconoscimento di questo loro diritto.

#iussoli #cittadinanzaitaliana #iussolisportivo #sportlaw #diritto #umanità #glasgow2024 #atleticaleggera #europei